sabato 14 maggio 2011

Bologna: la cultura, la creatività, la scuola.


L’esperienza teatrale a scuola resa possibile dalla collaborazione con tante associazioni è una importante occasione per mettere in sinergia espressioni artistiche ed esperienze scolastiche.
Bologna presenta molte rassegne di spettacoli per le scuole, ma fra queste assume particolare rilievo l’esperienza del Festival delle scuole presso l’ITC Teatro di S. Lazzaro che nella edizione in corso conta la partecipazione di ben 133 gruppi di bambini e ragazzi. La rassegna quest’anno poi si incrocia con il Progetto europeo Crossing Paths che consente ai giovani di confrontarsi con artisti e ragazzi di Inghilterra e Danimarca.
I laboratori teatrali sono un potente mezzo di espressione per dare voce ai sentimenti e ai pensieri dei nostri giovani e consentono loro di avvicinarsi al mondo della cultura e magari scoprire di avere una voce diversa da quella stereotipata in cui gli spettacoli di intrattenimento della Tv commerciale li ingabbia. Per uscire dall’era del berlusconismo occorre rifondare un sistema di relazioni improntato sull’ascolto, il dialogo, la riflessione (magari il silenzio, che oggi sembra spaventare i nostri giovani), occorre uscire dai monologhi e dagli alterchi gridati e sguaiati, recuperare la capacità di guardare il mondo con occhi liberi e trovare forme espressive che educhino a trovare le parole e i gesti giusti con cui incamminarci lungo i percorsi della vita.
Il Ministro Gelmini immagina una scuola tutta centrata fra il banco e la lavagna, anche se, nei casi più fortunati, interattiva e multimediale; si restringono gli spazi per le attività creative e laboratoriali che richiedono tempi e collaborazioni che l’irrigidimento della scuola provocato dai tagli rendono sempre più difficili. Rifondare un nuovo sistema di relazioni che contrasti la deriva valoriale della nostra comunità significa anche ricordare che la scuola produce cultura e la cultura deve penetrare la scuola. Il panorama culturale giovanile della nostra città è ricco e produttivo e dobbiamo ricucire questo puzzle di creatività in un grande progetto per la città.

lunedì 9 maggio 2011

Bambini, stranieri.


Nella scuola la presenza di bambini stranieri è una realtà quotidiana, una fra le tante difficoltà se il bambino è appena arrivato e non parla l’italiano. Gli insegnanti sanno di dover affrontare i problemi di ogni bambino, in classe ci sono “solo” bambini: è difficile guardare un bambino e vedere uno “straniero”, nei loro occhi puoi vedere gli stessi sentimenti di curiosità, gioia e paura. Molti di loro sono cresciuti a fianco dei figli degli italiani nel loro percorso quotidiano di vita e sono definibili stranieri solo perché la legge non li riconosce italiani anche se nati in Italia. Quando chiedi ai ragazzi cosa vuol dire diventare cittadini per nascita, loro, guidati dal buon senso anziché dallo studio delle regole, in genere rispondono che si è italiani perché nati in Italia e si stupiscono che i loro compagni,figli di stranieri,ma nati e vissuti qui non lo siano. Dal Rapporto Caritas/Migrantes 2010 rileviamo una percentuale degli alunni stranieri a Bologna del 9,6%, in Emilia Romagna del 13,5%, una media nazionale del 7,5%. In Emilia Romagna i bambini nati da madre straniera lo scorso anno sono stati pari al 28% del totale dei nati. Percentuali in crescita che ci mettono di fronte a una società che cambia, dove il concetto di “italiano” e di “straniero” per questi giovani sarà difficilmente applicabile. Di fronte a questi radicali cambiamenti occorre ridisegnare un sistema che, a partire dalla scuola, favorisca la coesione sociale e veda a pieno titolo i giovani figli di stranieri come una risorsa per la nostra collettività. Di certo non si risponde innalzando barriere, a partire dall’introduzione di un tetto del 30% degli “stranieri” nelle classi. Noi, come PD, dobbiamo saper delineare un futuro diverso: costruire politiche che sapendo includere creino solidarietà e crescita civile ed economica. La scuola è pronta a giocare il suo ruolo cruciale con tante buone pratiche già in atto. A Bologna, grazie alle politiche scolastiche di sostegno all’integrazione e al successo formativo degli alunni stranieri fortemente volute da Regione, Provincia e Comune e supportate da tanti progetti promossi da associazioni e fondazioni, tra cui fondamentale è il contributo fornito alle scuole superiori di Bologna e Provincia dal Progetto SeiPiù della Fondazione del Monte, si è creata una rete di collaborazioni fra scuole e associazioni che ha portato all’elaborazione di protocolli di accoglienza in cui vengono previste e messe a sistema le procedure per individuare e rispondere ai bisogni degli studenti stranieri e delle loro famiglie, le esperienze di insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, i laboratori didattici per sostenere l’apprendimento e i laboratori interculturali per dare voce e aprire il confronto fra i giovani. La scuola sa come affrontare il problema, occorre dotarla di risorse e personale adeguato in relazione ai bisogni, consapevoli del suo ruolo strategico.

venerdì 6 maggio 2011

“We have a dream…….we can!”


Chi pensa che la scuola sia uno dei punti vitali del nostro sistema democratico, che sia e debba sempre più essere motore di crescita dei diritti di cittadinanza e della crescita economica del Paese ha un sogno: la scuola al centro di un grande disegno di rinascita civile culturale ed economica che guardi a un futuro più equo e solidale.
Se riusciamo a scrollarci di dosso l’incubo del Governo Berlusconi e della sua Ministra Gelmini questo sogno lo possiamo realizzare, perché la scuola pubblica, seppure fra mille difficoltà, nella confusione normativa, nella ristrettezza drammatica delle risorse, continua a resistere perché gli insegnanti, nonostante la loro funzione venga sempre più misconosciuta, attraverso campagne mediatiche denigratorie e offensive e nonostante operino in condizioni lavorative siano sempre più faticose (per il soprannumero degli alunni per classe, per la forzata economia delle strumentazioni didattiche prodotta dai tagli di bilancio, per la drammatica riduzione del personale docente e non docente necessario per far funzionare una scuola di qualità, per un ridefinizione del tempo scuola fatta con l’unico obiettivo di risparmiare anziché di rispondere ai bisogni educativi) sono ancora lì a difendere i diritti dei bambini e dei giovani combattendo una lotta quotidiana per educare i nostri giovani a essere cittadini consapevoli, a discutere e rinnovare giorno per giorno gli ideali di democrazia, libertà e uguaglianza alla base della nostra Costituzione.
In quelle piccole comunità che sono le classi delle scuole italiane, squarci di questo complesso mondo dove ognuno porta la sua gioia e la sua sofferenza, le sue aspirazioni e le sue delusioni, dove le differenze si incontrano e si scontrano imparando a superare il conflitto, dove si insegna ad amare la cultura, a sviluppare la creatività e a acquisire gli strumenti fondamentali del sapere e del saper fare, muovono i primi passi e crescono i futuri cittadini e da lì possiamo e dobbiamo ripartire con urgenza e determinazione.
Il programma politico elaborato dal PD nazionale e dal PD di Bologna sulla scuola, l’Università e la ricerca offrono un’alternativa reale allo sfascio culturale ed economico del nostro Paese e Bologna può giocare un ruolo importante in questo disegno di rilancio, perché proprio grazie al suo bagaglio di esperienze virtuose, da difendere e rilanciare in armonia con i nuovi bisogni della nostra comunità, ( dagli asili nido, alla scuola dell’infanzia, all’istruzione superiore fino all’Università) può ripartire una nuova stagione di riflessioni pedagogiche e pratiche educative che si saldi con le opportunità di elaborazione e innovazione culturale ed economica che il nostro tessuto produttivo e sociale può esprimere; perché Bologna torni ad essere un esempio virtuoso e all’avanguardia fra le città in cui si vive bene; per costruire a Bologna una città della cultura e della scienza che apra allo sviluppo civile e alla crescita economica.